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Visualizzazione dei post da settembre, 2012

Nel ricordare un Uomo

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‎ "Per te, con amore, la sabbia del deserto ho scavato, piramidi ho aperto, labirinti ho penetrato finchè, col batticuore, piccolo messaggero dal pensiero alato, la tua traccia ho scoperto" (Mario Pincherle)  Avevo poco più di 13 anni. Un' impareggiabile voglia di leggere ed un insanabile fame di sapere. La libreria di mio padre era una fonte inesauribile di risposte e quando la mia curiosità  non veniva sufficientemente ripagata  dagli autori, c'era lui che provava a colmare queste mie lacune. A quei tempi, la mia attenzione s'era focalizzata sugli Arcani Maggiori. Mi interessavano soprattutto per ciò che rappresentavano graficamente, la loro simbologia e quale fosse il significato celato dietro a quegli strani personaggi colorati.  Ero particolarmente incuriosita da una carta in particolare ( non ne ricordo il motivo... ): la Torre. Quegli ometti che cadevano a testa in giù e che sembravano non avere speranza di

FISICA E CHIMICA

Vale la pena credere ci sia qualcosa che ti attragga lungo la via: fosse il riflesso di un vetro della finestra, un foglio scritto lasciato cadere per strada, prendere una via traversa anzichè quella dritta. E vale la pena avere dei sogni e credere che ciò che desideriamo possa accadere, vedere già dipinta su di una parete bianca i contorni di questo tuo sogno. Io ho preso in mano un pennello e l'ho intinto in parecchi colori. Prima facendo attenzione che non ci fossero imperfezioni, che la sua consistenza fosse adeguata e non gocciolasse sul muro imbrattandolo. Poi, man mano che le immagini si facevano più chiare e la mente si puliva delle parole superflue, ho lasciato che la mano scorresse libera dai barattoli sfusi alla parete. Ho lasciato che i gesti fluissero liberi, si appropriassero di me, si trasformassero in arancio, blu e rosso senza far distinzione fra chi era pittore e l'immagine che avevo riflesso : io ero il colore ed il colore era dentro di me. Quando ti

L'estate ha il sapore di....

L'estate ha il sapore della frutta gelata, quella raccolta in grandi bicchieri di plastica e mangiata ai piedi del Grande Maestro in Campo dei Fiori. L'estate ha il sapore delle stradine assolate, delle grandi piazze maestose e delle case ricoperte di edera verde. Ha il sapore dell'acqua che sgorga impetuosa dalle fontane, ed ha il colore di una piccola rosa che pare galleggi e scivoli dolce verso di me. Ha il sapore dei colori della persone. Di quelle sedute all'ombra del colonnato mentre lo sguardo si riempie di sacro; di quelle che all'angolo della strada simulano vecchie canzoni, gli abiti sdruciti dal tempo ma con in volto lo stesso perenne sorriso da avanspettacolo: quanto ti costa mendicare due lire! Di quelle che si siedono al tavolo con te e ti raccontano pezzi di vita, senza pudore, come se fossi un parente o un amico sincero. E la tua  pancia e il tuo cuore si riempiono nella stessa misura. Cibo ed amore serviti nello stesso menu. Di que