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Visualizzazione dei post da aprile, 2010

La vita: un soffio ad una candela accesa

Tempo. La strada sulla quale cammino a volte è in salita, a volte scorre diritta e senza curve ed altre ancora scivola velocissima lungo una discesa che sembra non abbia mai fine. E' la fine che mi lascia nel dubbio. Mi lascia un sapore di cibo lasciato nel piatto. Sto consumando pietanze con voracità inaspettata, quasi non fossi mai stata sfamata, quasi non avessi mai gustato del tutto quel particolare tipo di cibo o bevuto di quel boccale di vino. Sensazioni fantastiche, mi fanno volare. Eppure la sensazione di non aver spazio, di non avere la possibilità nè occasione, di non avere tempo mi lascia come in sospeso. Accadono cose che ti pongono di fronte ad un pensiero deciso, fermo, quasi un segnale al neon nel buio della notte: "sbrigati!" Basta poco, basta davvero nulla ed hai perso la tua occasione. Basta aver girato la testa nel momento sbagliato e sei caduta, non potrai più rialzarti. Il tempo è finito. Non voglio avere il rimorso di aver lasciato cose incompiute.

La violenza sulle donne

E' successo a casa mia. E' successo nel mio posto di lavoro. E' successo sotto gli sguardi indifferenti di chi ha sottovalutato il buio. Hanno fatto del male ad una donna. Potevo essere io, poteva essere mia figlia o la tua, poco importa. E' successo a lei. E' successo di sera mentre tutti noi eravamo comodamente seduti forse davanti al televisore. Lei andava a riprendersi l'auto lasciata dove ha potuto, lontana dalla porta d'ingresso, lontana da un parcheggio sicuro e custodito perchè li ci devono poter stare "quelli che se lo possono permettere". Noi la macchina dobbiamo metterla altrove. Altrove... dove c'è buio la sera, dove non c'è nessuno che ti vede o ti sente. Nessuno t'ha sentita. Ed oggi, tardi ormai per porre rimedio a qualsiasi cosa, tutti scrivono, tutti si addolorano, tutti si lamentano. Dopo... e non è toccato a loro. Scrivono gli uomini che si sentono presi in causa, coloro che hanno minimizzato il problema, coloro che n

Essere riconosciuti

Non so cos'abbia di diverso nel mio aspetto ora, ma quello che avverto è la sensazione di un cambiamento profondo, come di un alone rosso fuoco che mi abbraccia e mi rende consapevole di ciò che sono. Mi sento forte, mi sento uragano, mi sento vulcano aperto al mondo. Ieri pomeriggio mi trovavo fuori in giardino. Non era nemmeno tanto tiepida l'aria ed avevo anche un pò freddo. Ad un certo punto arriva una signora di una certa età, direi fra i settanta e gli ottant'anni, carica di libri, giornali e fogli che le uscivano scomposti dalle braccia. Uno strano cappello di maglia in testa a coprirle i capelli raccolti in una piccola crocchia rotonda. Mi guarda e mi chiede di scambiare due parole in merito al seminario scientifico appena concluso. Le sorrido un pò imbarazzata, non capisco proprio cosa voglia da me ma le annuisco in segno di approvazione. La signora si presenta dicendomi di essere una docente di Neuroscienze ed inzia un'invettiva, moderata ma molto ben motivat