progetto e ricostruzione (di me)
Ho scoperto di essere un bravo architetto. Ho imparato ad usare il compasso per chiudere cerchi, laddove era il caso di farlo e la squadra per segnare le strade che mi sarebbe piaciuto percorrere. Ho preso il goniometro ed ho misurato le aperture mentali, le idee, i desideri e gli spigoli da smussare, ampliando dove potevo e riducendo ad un cono ciò che era disperso e senza una consistenza precisa. Ho posato livelle ovunque per cercare il mio equilibrio, scoprendo che la bolla all'interno poteva fermarsi solo se il mio movimento era in sintonia con il resto del mondo. Non era la stasi a darmi equilibrio, era il mio muovermi in armonia con tutta me stessa, attraverso il sorriso, attraverso l'amore che avrei avuto per me. Ho gettato un cemento simile all'oro, lucente al sole delle mie idee, solido delle mie convinzioni e impermeabile al pianto della disperazione. Ora piango di gioia e le lacrime che scendono mi ridanno la vita, stupenda cascata che mi libera l'anima.