Fragili costruzioni
Non possiedo. Non ho predisposizione al possedere alcunchè. Non ho la necessità di sentirmi sicura sapendo di avere qualcosa di mio, qualcosa di materiale. Ho una casa, o per meglio dire, sarò completamente una padrona di casa fra qualche decennio. Ho inziato a pagarne i primi mattoni da poco. E' mia. E' la rappresentazione della mia nuova vita. Davvero è così? E' ciò che ho, che posseggo, che definisce la persona che sono? E' certamente il posto dove svegliarmi, compiere gesti quotidiani, adornare secondo un immagine che mi faccia star bene. Il luogo dove sognare, aprire gli occhi al sole oppure chiuderli fra una goccia e l'altra d'acqua piovana, brillante dal mio lucernario. E' il debito che ho verso la vita, il mattone sicuro a rappresentare me stessa? Si, la casa è importante. E' il luogo dove tornare e stare al sicuro, sognare, accogliere. Ma è casa ovunque io possa sentire il mio corpo vibrare. Fosse anche sul ciglio di un fiume o nel vento d'