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Visualizzazione dei post da agosto, 2009

Rosso come.....

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Rosso, tinta scarlatta e lacca lucida su una tavola di ebano nero. Fuoco eterno che arde, incenso e profumo d'ambra orientale. Rosso del sangue, stille di lampi addensati dal sole, liquido caldo che scorre impetuoso nel buio. Lava che arde, che avvolge, che plasma. Cera che scivola calda, sigillo di un dolce segreto. Frutto proibito, frutto della passione, succo dal dolce sapore. Rosso tramonto d'estate che languido avvolge i pensieri, Rosa selvatica, fiore dai mille riflessi, odorosa, Gladiolo cremisi cresciuto fra distese di erba bagnata. Porpora e corallo di mare, onda di sole, quiete ritmica di lontane maree, lampi di caldo, brace che illumina la spiaggia dorata. Bocca dipinta, che brucia, che s'apre senza parole, che aspetta, rosso che accende, che vibra, che freme, seta orientale che scivola lungo la schiena, velluto scarlatto, morbido manto, coperta tessuta d'amore, Rosso profondo, cuore che batte, colore che riempie, che vive, che lasc

Essere o Avere

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Stavo notando come spesso io inizi le frasi dei miei post dicendo “ho…” e consideravo come sarebbe invece importante introdurre un incisivo “Sono…” Sono fatta di spirito e carne. Poco importa in che proporzione. Sono il prodotto del mio divenire. Sono fra l’essere pronta a dare e l’essere consapevole della mia necessità di ricevere. Discrepante stato, un po’ in disequilibrio. Sono quella che assiste agli eventi, spera di apprendere dagli errori commessi e spesso mi faccio carico di responsabilità non mie. Questo ha fatto si che io sentissi il diritto di chiedere qualcosa in cambio per la mia disponibilità. Perché? Cosa ci mette su un piedistallo a pretendere il pagamento di dazi e gabelle? Noi. Noi lo pretendiamo, certi della nostra necessità e della nostra sofferenza. E se imparassimo a dare? Ma come? Ho dato una vita e per una vita intera! Ho… Sono quella che ha dato perché l’ho voluto io. Nessuno me l’ha chiesto. Desidero perché sono, desidero per me stessa la fel

Mettiti comodo

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Siediti, stenditi sul divano, cerca un angolo dove puoi metterti comodo e ascolta. Ascolta le mie parole, ascolta quello che non riesco a dire, senti le frasi nascoste dietro le tende o messe in un angolo del cassetto. Prova a decifrare i suoni, le sillabe, gli acuti ed i bassi, quelli non udibili da chiunque. Lasciami parlare di quello che sono, di quello che vorrei essere e di quello che mai sarò. Osserva i movimenti delle mie labbra, ora chiuse ora spalancate come petalo di un fiore. Guarda i miei occhi brillare nella notte perchè anch'essi parlano, a volte urlano più di tante altre voci. Cerca nei silenzi, nelle pause, tutte le parole che ti voglio dire. E' difficile l'ascolto? E' così profondo ed insostenibile il silenzio? Guardami sorridere, guardami mentre faccio scivolare i pensieri sul tuo corpo disteso, guardami cercare con la punta delle dita i tasti dell'arpa che vorrei far suonare, note, armonie, onde di suoni che avvolgono lo spazio, riempiendo i

realtà sotto sopra

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Questione di punti di vista. Puoi metterti a testa in giù ed osservare un prato al contrario. Oppure puoi guardare uno specchio e vedere quello che a volte non riesci a scorgere nella luce del quotidiano. Io mi metto spesso con la testa sotto sopra, faccio capriole per cercare di intravedere qualcosa che s'è perso strada facendo. Da questo punto di vista si possono trovare cose che si sono perse, che si nascondono alla vista, che non sappiamo più dove si sono perdute. Il mondo a rovescio ha un'altro sapore, noi così abituati a camminare col naso all'aria a volte ci perdiamo la bellezza delle piccole cose. Guardo le immagini riflesse, pure, semplici, essenziali. Senza schemi, certe nel loro essere, opposte sebbene uguali, limpide. La realtà difforme è sana, crea piacere alla vista, a volte ti stordisce. Sei tu oppure sei l'immagine che lo specchio proietta? Doppio e singolo, entro ed esco a mio piacimento, scorro e mi fermo come un piccolo insetto, dentro e fu

luna sorella

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Ho cantato alla luna stanotte. L'ho guardata sorgere da dietro la collina, ho aspettato che si facesse piena nel cielo stellato. Ho lasciato che le nuvole si diradassero fino a formare un cerchio dorato attorno al suo globo. Ho raccolto rami d'ulivo e foglie di mirto per dare sapore alla notte. Ho atteso che tutto fosse immobile, al suo posto, verticale e piatto sulla linea del cuore. Ho lasciato entrare l'aria fredda ed umida per liberare il caldo e secco respiro. Ho invitato le anime della terra a tenermi la mano per non aver paura del buio. Ho cantato alla luna d'argento, sorella in una notte diversa per darmi coraggio, per trovare il mio raggio d'argento e seguirlo fin sopra agli altari del mondo. Ho volato su di un letto di luce, cullata dal ritmo del cuore, fin dove si perde il mio tempo. Ho bevuto dell'acqua del sogno i colori dell'intero universo. Ho lasciato che il mio punto di luce si unisse allo spazio infinito, io stella, io ragg

Acqua

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Fredda, gelida, dolce, argentina, scivola lungo la roccia in rivoli argentei. Zampilli come aghi di pino, luminosi, ialini senza peso cadono in piccole conche di sasso, scendono, scorrono, muovono piccoli salti, tintinnano e scrosciano come mani di luce. Sapore di acqua pulita, disseta, rigenera, ti entra dentro le vene. Gocce d'acqua di fiume, di fonte, di mare. Onde e sorgenti, azzurre e avvolgenti. Ti lavano, ti puliscono dalle tristezze, ti fanno sentire migliore. Acqua di rugiada sotto ai tuoi piedi, acqua che scorre dalle tue mani, acqua di luce. Bere, pulirsi, lavare le zone più nere. Anima ed acqua... umido e secco. Sete di nuova freschezza, sete di vita.