Abbandono e Ritrovamento
Sento nell'aria .... o forse non sento più. Non sento più aria di casa. Non riconosco più i miei angoli, quelli dove lo spazio mi conforta e mi abbraccia con delicatezza. Al loro posto ora si sono fatti avanti pesanti cartoni pieni di oggetti. Io non sono in quelle scatole ma di sicuro sono appesa alle pareti, fra gli scaffali di una libreria che ormai è stata smontata, sui fornelli della cucina o nella camera dove ascoltavo la musica.
Questa mattina ho provato a ritrovare un oggetto. Volevo regalarlo a qualcuno ... non riesco più a trovarlo. Ho messo via con troppa voracità, forse per non soffermarmi troppo sullo strascico di questi pensieri...
Ho smesso di avere cura di questo mio nido, lo sto abbandonando. La morsa che sento nel cuore è violenta, mi fa sanguinare.
So bene che questo è un momento di transizione, che presto si apriranno strade nuove ma ... lasciatemi un momento per godere della mia tristezza, osservarla, guaire in un angolo come un cane ferito... sono forte ma la mia forza sta anche anche lasciarmi andare a questi pensieri, liberarmene, scriverli, raccontarli, disporli sul piatto di un passato recente e salutarli con un un gesto d'amore.
So che una volta chiusa la porta di casa smetterò di guardarmi all'indietro, non l'ho mai fatto e non sarà questo a cambiarmi.
Mi infastidisce il disordine, la polvere che si infiltra nelle fughe del pavimento di cotto, le piante lasciate a gelare sul balcone ingrigito, i vestiti che non hanno più voglia di essere appesi. Ho conservato due piatti in cucina, una tavola apparecchiata per me e per chiunque abbia voglia di sedersi al mio fianco, ma faccio la spesa come se dovessi nutrire un fantasma, avrei poco da offrire...
Il divano è diventato il mio letto... (quando ci sono). Quello grande, quello nella camera azzurra ha ancora le lenzuola pulite, le cambio per sentire il profumo di fresco, gonfio i cuscini ... non sopporto un letto disfatto... ma io non ci dormo. Mi ci sento sperduta.
Cammino per casa controllando le cose che ho ancora da fare: togliere le luci dei lampadari, ma ho un cattivo rapporto con la corrente; piegare i vestiti in una valigia, ma ancora mi servono, forse dovrei iniziare con la roba d'estate; le scarpe sono ancora nella scarpiera, ma non posso restare con i piedi scoperti: dove le metto? Ho sfruttato tutti i bauli, le casse, le borse ... mi sento un profugo in fuga, ma da cosa ancora non so...
In questo momento avrei voglia almeno del calore del sole, mi sarebbe di grande conforto. Non voglio appassire assieme alle rose.
E' una questione di nido mancante, nulla a che vedere con quella che sono o con quello che porto nel cuore. Lo spazio che ho dentro è inviolabile, è pieno, è espressione e certezza di quello che sono, è confortato da una mano poggiata sopra al mio cuore, non mi sento da sola, mi ha obbligata a guardarmi oltre lo spazio, oltre il pensiero oltre le cose che sono successe e dovranno accadere.
Guardo la polvere e non sono più li ... ora sono sulle mie labbra e ... sorrido.
Commenti
Essere in se stessi, centrati, è una bella cosa, poi essere nel sorriso...è grandioso. Ciao
Grazie Lucio
Vedo luce, vedo aria, vedo il buono che arriva.
Ne sono certa.
Anche se la transizione passa per un grande dolore, per piccoli e grandi lutti, grandi sacrifici.
Io ti voglio bene, spero che questo ti arrivi
cri
Ti auguro quello che il tuo cuore già intravede...
P.S.
Ti ho risposto qui, anche:
http://johakim.blogspot.com/2009/07/cerchi-dorati.html
Grazie Nicole!
Un sorriso per la nuova settimana.
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Grazie.
Un abbraccio
le cose care, gli ambienti dove abbiamo vissuto, s'impregnano della nostra Essenza, e spesso lasciamo una parte di Noi;
pensiamo solo che se Luce abbiamo lasciato, chi la ritroverà ne sarà intriso;
Forse noi, nel nuovo divenire, faremo altrettanto..
Ti abbraccio
Joh
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