Fragile come il cristallo e solida come la roccia. Tutto si equivale, passando lungo il mio corpo come un filo trasparente, dentro, fuori e sopra la mia pelle. Strappi inattesi ad un tessuto di velluto, momenti che sembrano infiniti mi fanno scivolare in disequilibrio. Non sono rigida, sono sensibile come il vibrare di una corda. La melodia a volte si increspa e smette di cullarmi della sua musica. Ecco quello che dovrei essere, strumento e musicista. Non sempre però l'attenzione resta vigile allo spartito. A volte mi lascio travolgere e perdo sintonia, stridente stonatura inattesa. Un attimo ed il cristallo si rompe, un soffio ed i frammenti cadono, l'uno dopo l'altro come pioggia, come lacrime. Non posso far nulla. Il torrente rompe gli argini meticolosamente innalzati ed io resto a guardare, impotente, l'acqua che esonda. Tic... tic... piccole crepe si allargano dentro di me, fino a spezzarsi in frammenti che pungono, tagliano, lacerano. Mi lascio travolgere da