Sto scrivendo per me e.. per tutti quelli che non sanno
Sto scrivendo un romanzo.
Era da tempo che pensavo di scrivere più di un racconto breve.
Cimentarsi in un impresa di questo genere, per me non è facile. Io scrivo cose che "devono avere un suono". Quando scrivi un romanzo, invece, devi concentrarti su qualcosa di diverso senza per questo perdere il tuo stile.
Io non voglio scrivere il solito racconto: "E lui disse", "Lei era affascinata dalle luci delle vetrine" oppure: "Loro erano come due foglie al vento stretti nella passione di una notte d'autunno"... io voglio scrivere di un percorso vissuto con mio padre attraverso dei canoni che abbiano un piede nella poesia e l'altro nella realtà della sua malattia: l'Alzheimer.
Ho spesso incontrato persone che non ne sapevano molto e sono consapevole che anche ultimamente sono usciti dei libri più che ragguardevoli su questo tema.
Ma io ho la necessità di farlo. Scrivere del suo percorso, cercando di spiegare la malattia a chi non la conosce, è il dovuto impegno che mi sono prefissa per ringraziarlo di esser stato al mio fianco.
Per ciò, amici cari, abbiate pazienza se non sono tanto presente sulle mie pagine. Lo sarò sulle vostre con la discrezione e l'affetto che vi riservo da tempo.
Un giorno, spero non troppo in la, avrò modo di presentarvelo più concretamente.
Questo è il prologo, abbiatene cura.
Era da tempo che pensavo di scrivere più di un racconto breve.
Cimentarsi in un impresa di questo genere, per me non è facile. Io scrivo cose che "devono avere un suono". Quando scrivi un romanzo, invece, devi concentrarti su qualcosa di diverso senza per questo perdere il tuo stile.
Io non voglio scrivere il solito racconto: "E lui disse", "Lei era affascinata dalle luci delle vetrine" oppure: "Loro erano come due foglie al vento stretti nella passione di una notte d'autunno"... io voglio scrivere di un percorso vissuto con mio padre attraverso dei canoni che abbiano un piede nella poesia e l'altro nella realtà della sua malattia: l'Alzheimer.
Ho spesso incontrato persone che non ne sapevano molto e sono consapevole che anche ultimamente sono usciti dei libri più che ragguardevoli su questo tema.
Ma io ho la necessità di farlo. Scrivere del suo percorso, cercando di spiegare la malattia a chi non la conosce, è il dovuto impegno che mi sono prefissa per ringraziarlo di esser stato al mio fianco.
Per ciò, amici cari, abbiate pazienza se non sono tanto presente sulle mie pagine. Lo sarò sulle vostre con la discrezione e l'affetto che vi riservo da tempo.
Un giorno, spero non troppo in la, avrò modo di presentarvelo più concretamente.
Questo è il prologo, abbiatene cura.
"Viola d'inverno"
(Nella
nebbia)
"Hai mai provato a
camminare da sola nella nebbia?
Viola sapeva bene
cosa volesse dire. Avvertiva chiara e netta questa sensazione fin da quando era
piccola. Poteva addirittura sentire l’aria bianca e gelida entrarle dentro come
un serpente velenoso dalla gola fin giù nel suo petto, espandendosi nel sangue,
prendendo possesso della sua anima.
Era la sua
condizione naturale, quella di sentire freddo e non riuscire a vedere oltre la
tenda bianca che la vita le aveva calato sugli occhi.
Quanti fantasmi in quella nebbia che da sempre la avvolgeva
facendole tremare il pensiero, quanti veleni in quell’aria bianca che le ghiacciava
le ossa, quanta tristezza in quell’orizzonte che non vedeva. Ma quando tutto era così freddo e opaco
i ricordi ritornavano forti alla mente, come piccoli spiragli di luce.
Da quel buio
profondo in cui si trovava Viola iniziò a raccontare, salvando con cura le
immagini del suo passato. Sarebbe stato così che, attraverso quei preziosi
brandelli di vita, forse un giorno il suo cuore avrebbe trovato la strada verso
la sua libertà."
Commenti
Ho letto il prologo e so che cosa significa caminare nella nebbia e tanto è stata la mia abitudine nel farlo, che ancor oggi dopo quest'anno di infinita tregenda, me la ritrovo amica, dove attraverso la negazione della meta, mi dà l'incertezza del futuro, il lavoro assiduo con la fantasia, la sopportazione fredda del mio dolore..
Però mi avvolge e mi sento protetta , nessuno mi può vedere..io e la mia non voglia di vivere portata avanti dalla necessità di farlo..
Chissà tesoro caro, forse anch'io un giorno vedrò la luce!
TVB!!!!
Bene aspetterò...per leggere "il tuo romanzo" sia se lo pubblicherai per capitoli quì, sia se lo proporrai alle case editrici.
Ti lascio con un affettuoso e caro abbraccio.
Raccontare qualcosa di così doloroso e devastante può fare molto bene a noi e a chi non conosce.
E tu sai farlo molto bene.
Buon lavoro!
Di fatto la nebbia è ciò che lega e che ha legato me e mio padre durante la nostra vita, da quella reale a quella che, metaforicamente, si è posata nella sua mente.
In essa ti ci puoi nascondere, sentire protetta o emarginata dal resto del mondo... e a volte ti tiene lontana anche dalla sofferenza.
Ti abbraccio tanto forte!
Joh
Non penso di pubblicarlo qui... è una "scommessa" che ho fatto con me stessa ma soprattutto è un regalo alla memoria di mio padre.
Grazie del tuo essermi accanto!
Joh
Mi rendo conto, man mano che scrivo, di quanti ricordi possano riaffiorare alla mente quando scrivi. La memoria è proprio ciò che lui ha perso ed io ho necessità di recuperare anche quella parte che lui ha lasciato, come Pollicino, per strada.
Il ritorno a casa... è dalle sue alle mie mani
Ti abbraccio forte
Joh
Conosco questo dolore, ho vissuto questo dolore e non sono ancora riuscita a smettere di soffrire ....
E' un mondo, quello dei malati d'Alzheimer, molto duro, molto difficile da penetrare ......
Non posso che ammirarti nella tua scelta di scrivere questo libro
In bocca al lupo per questa tua nuova avventura Joh ..... e che ogni parola possa esser d'aiuto alla solitudine di chi è costretto ad assistere nell'impotenza coloro che più amano!
Ti riporto un testo che ho scritto tempo fa per mia madre dedicandolo a tutti i malati d'Alzheimer .....
T'abbraccio joh ......
E se lontana io...
E se lontana io
estinguerò il mio nome
e nella sabbia assetata
soccomberò alle dune...
Strapperò petali
per i calici di vino
e per le onde
respirò in silenzio
fin quando
non pioveranno
uccelli e pesci
sulle mie vesti
e dei miei fiori
divorerò i resti
urlando a Dio
“ perché mi fai questo?”
Questo vuoto
in cui m'interri
è nullità per la mia mente
E’ incapacità
a ricordare il mare
E’ incapacità
a conquistare il cielo
Spogliami del velo
e io riabbraccerò
tutto ciò che è mio
perché in quel nome
ci sono Io!
Elisena
La dedica alla tua mamma è bellissima e toccante... nin ricordare il mare, una cosa tanto semplice quanto immensamente triste ed io ho potuto capirne il significato...
grazie
joh
Un abbraccio
Uriel
ciò che dalla nebbia uscirà
via piano
con gentilezza
verso te e il vissuto
...sai che il confine è sottilissimo
ti abbraccio
n