Succo di emozioni

Ho provato ad assaggiarmi e mi sono accorta di avere un gusto diverso. Come se la mia pelle si fosse modificata, si fosse addolcita ed avesse acquistato l'essenza di dolci sapori, zucchero e miele d'acacia, morbida crema e vaniglia d'oriente. Ho sentito il profumo del mio divenire, nascere, crescere e farsi realtà, spremuta di un passaggio di dolci emozioni cotta sul fuoco di una pagina nuova. Ho dato uno sguardo al passato. Non lo faccio spesso. Però mai come quest'anno la certezza di essere cambiata, di aver compiuto dei passaggi mi ha obbligata a fermarmi ed a pensare a quanto sia stato importante quest'ultimo anno. Ora so di poter guardare alla pienezza del mio presente, sentirne i profumi e coglierne i frutti. Non ho avuto il tempo di fermarmi a pensare, tutto è accaduto in un soffio di vento. L'aria è entrata dentro di me, le parole si sono fatte materia ed io ho visto la mia pelle cambiare colore, farsi calda come il velluto e le mie mani riempirsi di luce. Quello che mai prima avrei immaginato di fare, s'è reso realtà. Quello che mai prima avrei pensato di dire, s'è reso parola. Non a piccoli tratti, ma con l'impeto della tigre affamata. Sopita da troppo tempo la forza della disperazione mi ha obbligata a guardarmi allo specchio, mi ha graffiata facendo sgorgare la vita. Morte e rinascita abbracciati l'un l'altra, diventando musica e canto, suono ed orchestra. La vita è cosparsa di "diritti e rovesci", "chiusure ed aperture". Tutto è bianco ed è nero, indissolubili, complementari. Sta a noi vibrare nel centro e laddove una porta si chiude trovare le chiavi per riaprire uno spazio, ruotare la chiave ed avere il coraggio per varcarne la soglia. Ho visto mio padre morire, lasciarmi un ricordo profondo, segnare gli ultimi giorni con folle dolore e poi di seguito uscire di casa senza trovare uno spazio per i ricordi. Ho chiuso le braccia a chi diceva di amarmi ed ho passato un colpo di spugna senza rancore, pensando che avrei iniziato ad amare me stessa prima che chiunque altro potesse guardarmi negli occhi. Ho preso i miei sogni da dentro il cassetto e li ho rovesciati sul cuore, uno dopo l'altro, liberandoli ...tutti. E' da li che hanno iniziato a volare con me. Ho scritto quello che avrei voluto dire, ho detto quello che nessuno sapeva, ho raccontato a chi non mi conosceva. Ho avuto il coraggio di fare, di dire, di ricostruire quello che avevo perso in tutti questi anni. A tratti da sola, a tratti sospinta dalle parole che sentivo entrarmi profonde nel cuore. Ho lasciato volare tutto quello che avevo. Mente, anima, corpo e fantasia. Ho rimosso dei blocchi di pietra, o forse erano solo catene di gesso, bastava avere la forza dell'acqua per sgretolarle. Il mio piccolo fiume s'è fatto cascata... bastava aprirsi. E' bastato sentirsi... Non faccio bilanci. Mi fermo solo a guardare con gli occhi rigati dai sogni e sorrido guardandomi indietro, come chi ha mutato la pelle e sa che il destino ha sorriso con me.

Commenti

Lucio ha detto…
Una sana e bella determinazione, sono contento, Joh.
Un abbraccio.
Anonimo ha detto…
questo post ha ispirato un nuovo post...


"Non dobbiamo pensare di appartenere a nessun modello di vita, se vogliamo vivere liberamente."
E' il primo blog che visito il tuo, qui in questo angolo virtuale. Leggendo post i parallelismi con la mia vita dell'ultimo anno sono stati inevitabili.
Chissà, magari è vero che nulla succede per caso.
Mantieni i tuoi nuovi odori, nuovi sapori e nuove emozioni.
Leggo la vita in queste parole.
Grazie per averle condivise.
johakim ha detto…
@Pagine

Grazie delle parole e benvenuta nella "mia casa"... qui sei sempre ben accetta!

Joh

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