Perchè avere paura?

Sono cresciuta in una famiglia libera... all'apparenza. Mio padre mi faceva partecipe delle vicissitudini che lo coinvolgevano sia nel lavoro che negli affetti. Mia madre, vera e propria regina della casa, controllava che tutto fosse in ordine.... anche la mia vita. Ho sempre rifiutato le coercizioni e con l'andare del tempo la parola m'è mancata lasciando posto alla ribellione, alla fuga. Scrivevo, quello si. Non ho mai smesso. Diari. Ne ho tenuti parecchi. Dentro ci si poteva trovare di tutto, dalle foto pubblicitarie alle lacrime, in maniera quasi omogenea. C'erano tutti i miei sogni ed i miei pensieri. Me li sono persi per strada, fra una fuga ed un trasloco. Ho corso molto nella vita, ora che mi fermo a pensare me ne sto rendendo conto... Scrivere è una bella cosa. Ti si stendono sul foglio di carta tutti i pensieri, come se uscissero da un tubetto di colori ad olio. Le parole si spargono, prendono forma, si ricompongono in frasi, come quando si dipinge una tela. La mente si libera delle lettere, delle parole fino a concentrarsi in concetti e situazioni. Tu sei dentro ad ognuna di quelle lettere, dall'inizio alla fine. Scorri sulle "N", giri nelle "O", sobbalzi dentro ad una "A" e rincorri qualche "B" tra una virgola e l'altra. E' bellissimo, ti senti nuotare nelle righe che scorrono sotto le dita. Scrivere però ha dei limiti, al meno nel mio caso... ti coinvolge al tal punto che smetti di parlare. Nel corso degli anni mi sono resa conto di aver lasciato che la scrittura prendesse il sopravvento sulla parola. Non è un particolare trascurabile. Io ho paura di parlare. Ho paura di chiedere, ho paura di far male a chi mi ascolta, ho paura di sbagliare, ho paura di perdere. Mi porto questo bagaglio familiare... mia madre non me ne voglia. Ma il "diritto di famiglia" prevedeva che si stesse zitti per non sbilanciare gli equilibri degli altri. Mio padre ha chiuso la mente anche a causa di tutto questo... io ho invece bisogno di aprirmi al mondo. Non è facile, sono solo agli inizi. Ma sto recuperando con una certa velocità. Ho ancora i miei momenti di crisi, di sbandamento, di tensione e di paura. Cadere nel tranello delle paure è facile. E' un terreno insidioso, come le sabbie mobili. Rischi di scivolarci dentro ad ogni momento se non ti stai impegnando a camminare a testa alta e con lo sguardo rivolto e concentrato verso te stessa (immagine difficile da sostenere ma rende l'idea...). Mi ci sto abituando. Nemmeno tanto lentamente. Anzi direi con una violenza ed una impetuosità che non credevo di possedere. Sto imparando che le parole, i desideri, i sogni e le mie azioni non fanno male, non colpiscono ma soprattutto non mi lasciano persa nella nebbia. Sto imparando che è lecito chiedere, che è dolce condividere, che è sensuale raccontare, che è vitale domandare. Le parole mi nutrono. Entrano suoni ed escono situazioni, occasioni, fatti... perfino oggetti. Sto provando sulla mia pelle che il "il verbo crea".... (mai come ora mi sento fatta ad immagine e somiglianza... ). Non me ne vogliate se qualche volta inciampo e mi lascio frenare dalla paura. Sto imparando a conoscermi e lo sto facendo con tutto l'amore, la forza e la grazia che ho dentro. Sto recuperando terreno, sto recuperando ... me.

Commenti

Nicole ha detto…
'' Sto recuperando terreno, sto recuperando ... me.''

Bellissima e solo in apparenza semplice frase... Ma io so che durante questo percorso ci si libera soffrendo come non mai. Difficile spiegarlo. Una parte si riappropria di certezze e consapevolezze...L'altra si spoglia di tormenti e angoli bui.Ma tutto questo avviene in sincronia. E' vera anche un'altra cosa, io ormai parlo, solo scrivendo. Tu lo fai per i motivi che hai scritto. Io lo faccio perché quelli che mi circondano non mi ascoltano.
Almeno libero da qualche parte quello che ho dentro senza che, nessuno me lo sciupi.

Porti a riflettere e quindi significa che il tuo scrivere lascia solchi nell'anima.
johakim ha detto…
I solchi Nicole sono già dentro di noi e sono ben definiti. Le parole che leggi raccontano ma credo che ognuno possa anche trovare un ango del proprio vissuto. Io scrivo per cercare di capirmi, per cercare di aprirmi, spogliarmi e rivestirmi di nuova materia.
Affianco la parola da poco. E se si ha la fortuna di essere ascoltati senza giudizi, senza pregiudizi e senza timori... allora si può dire di essere felici di esitere e di essere quello che si è, in piena armonia.

Grazie Nicole. I tuoi commenti mi fanno del bene.
Lucio ha detto…
Il tuo scritto l'ho riletto un paio di volte. C'è dentro qualcosa che percepisco similare al mio essere. Il tui modo di affrontare queste situazioni nuove mi piace. Un salutone.
johakim ha detto…
Lo sto imparando da poco Lucio, credimi... ed è una scoperta bellissima! Mi sto guardando allo specchio e quel che vedo mi piace!

Grazie.....
Anonimo ha detto…
Ti capisco, davvero. Mi emoziona rivedere in te quel che io stessa percepisco ed ho percepito per anni in me. Mi da speranza.
Hirmengard ha detto…
Il verbo crea perché il suono è vibrazione. Ma anche il pensiero lo è, perciò sappi che tutto quello cui hai intensamente pensato, non è stato inutile. Un bacio
johakim ha detto…
Libby.... bisogna credere nei desideri e cercare di renderli realtà... altrimenti sarà come non aver vissuto.

Ti abbraccio
johakim ha detto…
Hirmengard, voglio fare... ci provo con tutte le forze. Oltre ai pensieri c'è un mondo che si sta concretizzando ed io ne sono l'idea, la scrittura, la parola e l'azione.
Le molte facce dell'Aleph mi hanno detto... ed io ho condiviso ed amato questa frase.

Grazie amica mia.
Nicole ha detto…
Vengo a respirare aria fresca qui.
Sai alle volte penso, che dovrei evitare di scrivere certe cose sul mio blog...O di smettere di scrivere in arabo o di continuare a scrivere in arabo per persone come te, che sanno leggere anche in 'arabo'.
Scusa lo sfogo.
Ciao
johakim ha detto…
:o)

Tu non ci crederai Nicole, ma ho preso qualche lezione di arabo davvero (è una lingua che mi affascina)!
Passa di qui quando vuoi, siediti sulla mia poltrona virtuale, sorseggia del tè.. peccato non avere biscotti o una delle tue plendide torte!!

Non ti abbattere.... non ne vale la pena. Gli altri pensino quello che volgiono, tu respira qui tutta l'aria che vuoi!

Ti abbraccio
Joh
keypaxx ha detto…
Basta ritrovarsi. Certo, occorre tempo e fatica, non sempre avviene nell'immediato. Ma, poi, riesci a raccogliere frutti maturi.
:)

Post popolari in questo blog

Come un fiocco di neve

Fratello sole, Sorella Luna

Notte d'agosto